#The Sunday Prompt #59 – 2/11/2025
Non so se avete notato che nelle loro risposte i vari LLM tendono a presentarci delle liste. Spesso, anzi, i modelli più “veloci” creano liste di liste, limitando la verbosità e semplificando il contenuto della risposta stessa.
Questo “stile” di output diventa l’indice che un contenuto è creato da un sistema di intelligenza artificiale, che si nutre dei contenuti del web, pieni di liste, ranking, playlist, to-do, bucket-list ed ovviamente tende a generare output nella stessa forma.
La lista secondo Umberto Eco
Mi sono spesso chiesto il motivo di questa “modalità di espressione” dei LLM e la spiegazione tecnica più semplice e immediata, ossia che le liste consentono di sintetizzare contenuti ampli ottenendo così anche un’ottimizzazione in termini di “token” generati, appare poeticamente allineata alle considerazioni che Umberto Eco ha svolto nel suo libro “La vertigine della lista” (che ho letto grazie alla citazione in un numero della newsletter dell’amico Stefano Gatti).
Umberto Eco considera la lista come una “tecnica di avvicinamento all’infinito”: non potendo nominare tutto allora si accumulano elementi, un pò in effetti come fa un LLM che cerca di condensare in un numero di token limitato la conoscenza derivante da miliardi di parametri.
Come evidenzia Eco la lista evidenzia un problema filosofico-semiotico: il linguaggio di per sé è finito (e i LLM non sono altro che motori di linguaggio) mentre il mondo, la bellezza e il sapere sono infiniti. La lista è il compromesso che troviamo per sfuggire a questo problema del non poter dire tutto, ma nel mostrare che ci sarebbe ancora qualcosa da dire (ed è per questo che ne nasce una vertigine, in quanto la lista fa intuire l’eccesso).
La lista poi ha degli effetti precisi sul lettore in quanto crea ritmo, sorpresa, aspettativa e il presentarsi in forma di elenco (di vario genere) ha anche un valore estetico: ci si perde in una lista, ma in maniera controllata.
La lista, come dice Eco, ti fa vedere il “bordo dell’infinito”. Dato che il referente è troppo grande se ne mostrano solo delle parti. Le liste a loro volta possono essere finite o pratiche (che servono a controllare, gestire e non dimenticare) oppure aperte o poetiche, che evocano, producono senso e generano immaginazione.
Molto interessante è anche la funzione culturale che Eco associa alla lista: ogni lista ha di fondo una scelta su cosa includere e cosa escludere dalla stessa. In tal senso è un gesto di potere simbolico, di selezione della conoscenza potremmo dire. Non è un caso che le liste nascono spesso in contesti di memoria, come chiese, monasteri, musei, archivi e biblioteche.
La lista come output naturale dell’intelligenza generativa
L’attualità del di Eco appare evidente se esaminiamo il modo in cui gli LLM spesso rispondono ai nostri prompt.
Quando questi sistemi generano elenchi e sotto-liste non stanno, infatti, solo imitando lo stile umano, ma formalizzano il bisogno cognitivo evidenziato da Eco: rendere il sapere “navigabile”, conoscibile.
Nel far questo però gli LLM selezionano, pesano, tagliano i contenuti. Le liste generate dal modello non sono in effetti neutrali, perchè riflettono i contenuti dei dataset di addestramento. D’altra parte, i modelli costruiscono le liste secondo una tassonomia che potremmo dire “tecnica” che filtra il sapere sulla base di valori statistici: più che di vertigine della lista in questo caso si potrebbe parlare di “vertigine del filtro”, costituito dall’ordine invisibile che decide la visibilità del sapere.
In tutto ciò mentre per Eco la lista era uno strumento di evocazione del sublime, per quel senso di eccesso che ingenerava, con gli LLM le liste possono generare l’opposto: un comfort cognitivo che l’utente prova nel trovare già organizzata (e selezionata) la complessità del sapere.
La rimozione del caos come perdita dell’infinito.
Per una semiotica del prompting
Sempre Umberto Eco diceva che la lettura è un atto estetico: “il testo è una macchina pigra che chiede al lettore di fare parte del suo lavoro”.
Allo stesso modo, se non vogliamo cadere nel comfort cognitivo, dobbiamo cercare di far diventare il prompting un atto estetico: come utenti dobbiamo rimanere dei pensatori per rimanere in quella vertigine di “ecoiana” memoria.
Per far questo possiamo utilizzare alcune tecniche (ecco la lista):
- Cambio di prospettiva
Invitiamo il LLM a cambiare prospettiva storica, professionale, culturale o emotiva. In questo modo cerchiamo di trasformare le liste in un dialogo tra mondi come ad esempio se chiediamo:
“Mostrami come un giurista medioevale e un ingegnere del futuro discuterebbero la tua risposta”
Se siamo dei consulenti potremmo anche chiedere al LLM di vedere la risposta dal lato del cliente, di contestarne gli assunti e fornirci delle soluzioni alternative.
- Mettere in evidenza i limiti della lista
Cerchiamo di far ripiegare la lista su sé stessa mostrandone i limiti. Possiamo chiedere:
“Mostrami 3 modi contraddittori di illustrare questo concetto e spiega perchè sono tutti plausibili”
“Cosa resterebbe fuori dalla lista? Cosa non possiamo elencare?”.
- Usare dei prompt dialettici
Facciamo discutere il modello con sé stesso oppure con una voce opposta:
“Scrivi la risposta e poi confutala completamente”
“Metti in dialogo due modelli immaginari che non concordano sul tema”.
Suggerimenti per evitare le liste
D’altra parte, vista la tendenza a creare liste, possiamo anche utilizzare delle accortezze nei nostri prompt inserendo istruzioni specifiche.
Qui sotto trovate una tabella riassuntiva (che alla fine non è altro che una lista più complessa).
| Strategia | Cosa fa | Esempio |
| Definisci il tono | Chiedi uno stile narrativo, argomentativo, riflessivo | “Rispondi come se scrivessi un breve saggio o un articolo di rivista.” |
| Evita verbi che implicano enumerazione | “Elenca, riassumi, spiega in punti” → generatori di liste | Usa invece “racconta”, “descrivi”, “rifletti”, “argomenta”. |
| Contesto esplicito | Simula un genere testuale non elencativo | “Scrivi come un filosofo che ragiona ad alta voce” o “come un romanziere che spiega un concetto”. |
| Invoca continuità testuale | Richiedi coerenza di flusso | “Scrivi un testo continuo, senza numeri o punti elenco.” |
| Metti il modello in tensione semantica | Ambiguità e complessità scoraggiano la struttura a elenco | “Non semplificare; lascia che le idee si intreccino e si sovrappongano.” |
Happy Prompting!

